Quanto costa il credito ai consumatori?

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Vuoi sapere quanto costa il credito ai consumatori?
Ottenere un credito ai consumatori ha un costo: interessi, commissioni e altre spese.
Le commissioni comprendono, ad esempio, i costi per l’apertura della pratica e per la gestione del finanziamento; le altre spese possono riguardare le imposte o le assicurazioni.
Alcune commissioni e spese sono fisse, indipendentemente dalla somma richiesta.
Quindi incideranno di più se l’importo richiesto è basso, per esempio sotto i 1.500 euro.
L’insieme di questi costi forma il “costo totale del finanziamento”.
Ecco gli indicatori per valutarlo:
TAN
Il TAN (Tasso Annuo Nominale) indica il tasso di interesse “puro”, in percentuale sul credito concesso e su base annua. “Puro” significa che non comprende spese o commissioni e non indica il “costo totale del finanziamento”, espresso invece dal TAEG.
Quindi un prestito con TAN pari a zero potrebbe avere un TAEG molto maggiore di zero.
I messaggi pubblicitari e la documentazione d’offerta devono sempre riportare il TAN con l’indicazione se è fisso o variabile.
TAEG
Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), espresso in percentuale sul credito concesso e su base annua, comprende tutti i costi e per questo è particolarmente utile per capire quale può essere il finanziamento più adatto alle proprie esigenze e possibilità economiche.
Il TAEG è lo strumento principale di trasparenza nei contratti di credito ai consumatori. Non solo comprende tutti i costi, ma è un indice armonizzato a livello europeo.
Permette quindi di confrontare facilmente e rapidamente tutti i finanziamenti, anche quelli offerti da operatori stranieri sul mercato italiano.
Ciò nonostante il TAEG potrebbe non corrispondere esattamente ai costi in realtà sostenuti.
Nell’apertura di credito in conto corrente e nella carta di credito revolving, per esempio, i costi dipendono da elementi non prevedibili, quali le oscillazioni del tasso di interesse e la frequenza di utilizzo e rimborso delle somme.
In questi casi è particolarmente utile l’esempio rappresentativo che il finanziatore è tenuto a indicare nella documentazione informativa.
Il TAEG include:
- il TAN
- le commissioni, comprese quelle per gli intermediari del credito
- le imposte
- altri costi e spese legati ai servizi accessori (per esempio le polizze assicurative) obbligatori per legge, o comunque necessari per ottenere o continuare a fruire del credito alle condizioni offerte, a meno che non siano quantificabili in alcun modo al momento del calcolo del TAEG (in questo caso i servizi accessori vanno indicati a parte).
Il TAEG non include:
- eventuali penali e gli interessi di mora se il consumatore non paga le rate o se non le paga puntualmente
- le spese aggiuntive saldate in contanti o con carta di credito al momento dell’acquisto, per esempio per il trasporto del bene acquistato o per il ritiro di quello vecchio
- le spese notarili
- le spese per i servizi accessori facoltativi (ad esempio le polizze assicurative facoltative)
Per legge, il TAEG deve essere sempre indicato nei messaggi pubblicitari, nella documentazione informativa e nel contratto.
Nei messaggi pubblicitari il TAEG deve avere almeno la stessa evidenza di tutti gli altri costi e informazioni.
TEGM e usura
Il TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio) è il tasso di riferimento per calcolare la soglia di usura, oltre la quale un finanziamento è illegale.
Rappresenta la media trimestrale dei Tassi Effettivi Globali (TEG) applicati da tutti i finanziatori alle singole tipologie di finanziamento (ad esempio: apertura di credito in conto corrente, prestito personale, cessione del quinto).
Il TEGM tiene conto di tutte le spese connesse al finanziamento, escluse quelle per imposte e tasse.
Per verificare che il tasso applicato non sia illegale, occorre individuare il “tasso soglia” della tipologia di finanziamento che interessa e confrontarlo con il tasso effettivo applicato al proprio finanziamento.
I finanziatori devono esporre sul proprio sito internet o nei propri locali la tabella dei tassi soglia, consultabile anche sul sito della Banca d’Italia.
N.B.: questo articolo è tratto liberamente dalla guida “IL CREDITO AI CONSUMATORI in parole semplici” redatta e diffusa dalla Banca d’Italia.
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